Tecniche osteopatiche

Tecniche strutturali

Le tecniche strutturali, attraverso un movimento ad alta velocità e bassa ampiezza (thrust) restituiscono la mobilità delle strutture ossee secondo i fisiologici assi di movimento delle articolazioni che lo connettono, si basano sul principio dell’inversione dei parametri, il thrust, quindi, viene portato in direzione opposta alla posizione di disfunzione (restrizione di mobilità). Tali manipolazioni hanno anche una forte influenza neurologica, oltre che puramente meccanica, in quanto ripristinano l’emissione di corretti impulsi generati dalle terminazioni nervose della parte trattata.

Queste tecniche sono tra le più note ed utilizzate in medicina manuale, forse le più spettacolari per il rumore che segue l’atto manipolativo, sicuramente le più delicate e meritevoli di cautela.

Functional tecnique

Tecniche Funzionali (FT): basate sulla detensione dei tessuti molli e applicabili anche sulle articolazioni attraverso un particolare posizionamento. Queste tecniche, caratterizzate da una minima invasività di applicazione, rappresentano un potente strumento terapeutico di per sé ed offrono una valida opzione al metodo strutturale, qualora fosse non adatto per motivi intrinseci al paziente o per le decisioni cliniche dell’osteopata.

Tecnica Miotensive: attraverso la Muscolar Energy Technique (M.E.T.), tecnica creata ed elaborata dal Dr. Mitchell, che si avvale in un primo caso di di una forza di spinta dei muscoli inseriti sul segmento osseo in restrizione di mobilità per andare oltre la barriera patologica; in un secondo caso sfrutta il rilassamento post contrazione per ristabilire un fisiologico movimento articolare.

Tecniche di facilitazione funzionali (TFF): si rifanno ai concetti di mobilizzazione secondo Mulligan, attraverso il trattamento mediante mobilizzazioni indotte dal terapista con il pollice o il talo della mano, nel facilitare il movimento eseguito dal paziente, spesso in posture antigravitazionali (eretta).

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Tecniche craniali

Le Tecniche Craniali ristabiliscono un corretto “meccanismo respiratorio primario”, ovvero il movimento a partenza dalle strutture del Sistema Nervoso Centrale che si propaga attraverso le fasce a tutto il corpo. Questo tipo di approccio si basa sulla connessione anatomica tra cranio e osso sacro, grazie alle meningi che rivestono il cervello e il midollo spinale. Il ritmo a carico del sistema nervoso centrale si trasmette attraverso le meningi alle ossa del cranio (movimento di espansione) ed il sacro (movimento di flesso-estensione).

Questi movimenti sono appena percettibili, ma si possono apprezzare ponendo le dita in precisi punti del cranio e del sacro. L’obiettivo del trattamento è l’ottenimento di un buon ritmo nei casi in cui questo si trova alterato (per esempio in conseguenza di traumi o colpi di frusta, problemi di occlusione delle arcate dentarie, tensioni emotive, problemi alla struttura scheletrica, artrosi). Attraverso particolari tecniche usate in osteopatia a livello craniale è possibile “sentire” il movimento ritmico craniale che è presente in tutti i tessuti del corpo, e diagnosticare (in ambito osteopatico) eventuali restrizioni di mobilità a livello delle strutture craniche, allo stesso modo sempre tramite tecniche è possibile effettuare una correzione di queste ripristinando la normale mobilità.

Tecniche fasciali

La Tecnica Fasciale (myofascial release) è una terapia mirata a ridurre la tensione dei tessuti connettivali e prevede un contatto muscolare attraverso la cute e attraverso piccoli, semplici movimenti si induce la fascia a muoversi correttamente.

In osteopatia, tutte le strutture di origine connettivale vengono definite fasce ma per maggior semplicità si può dire che le fasce sono dei tessuti che avvolgono i muscoli, le articolazioni e i visceri, e li mettono in relazione fra loro. Hanno una importante funzione, possiamo definirli la parte “intelligente” del corpo. Ogni volta che si instaura una lesione osteopatica sia essa articolare, muscolare o viscerale, nella fascia si riduce il movimento. Il sistema fasciale ha varie funzioni: unione, sostegno e protezione degli organi, stabilizzazione posturale, difesa immunitaria, armonizzazione.

Anche questa tecnica non è invasiva e adatta a tutte le disfunzioni e si applica a qualsiasi parte del corpo. Si può effettuare a tutte le età ed è particolarmente indicata per bambini o persone anziane.

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Tecniche viscerali

Le Tecniche Viscerali cercano di normalizzare le relazioni tra i differenti visceri ed eliminare tensioni nei tessuti degli stessi. I visceri si muovono in modo specifico sotto l’influenza della pressione diaframmatica. Questa dinamica viscerale può essere modificata (restrizione di mobilità) o scomparire. Applicando una tecnica specifica, l’osteopatia permette all’organo di trovare la sua fisiologia naturale ed i disordini legati alla restrizione di mobilità saranno così corretti. Inoltre esiste da un punto di vista anatomico e funzionale una relazione tra i visceri e la struttura muscolo-scheletrica; una cattiva funzione della struttura (colonna vertebrale), può influenzare uno o più visceri e viceversa. Si possono trovare, in persone che soffrono di mal di schiena, problemi di mobilità del fegato, del colon, del rene o dell’utero. Il trattamento osteopatico mira, attraverso l’addome ed il diaframma, a ristabilire una buona mobilità viscerale.

Rivolte a visceri od organi con limitazioni di movimento, sono atte a ripristinare la mobilità (movimento in relazione con altri organi e con il diaframma) e motilità (movimenti intrinseco del viscere).

Tutti i visceri dovrebbero funzionare bene, senza limitazioni, poiché fissazioni o aderenze ad un’altra struttura adiacente implicano un indebolimento dell’organo e un suo malfunzionamento; le modificazioni del movimento che ne conseguono possono apportare movimenti significativi sia allo stesso organo che alle strutture collegate.

Attraverso la manipolazione viscerale è possibile migliorare la funzione di un organo ristabilendone in certa misura il suo movimento fisiologico e la sua funzionalità.

Osteopatia pediatrica

E’ uno tra i più importanti approcci osteopatici, si rivolge al neonato e alla sua età evolutiva.

Sin dalla vita intrauterina il neonato può essere stato condizionato da vari eventi che ne hanno creato disfunzioni (problemi della mamma durante la gravidanza  di tipo muscolo-scheletrico, viscerale o biochimico). Il bacino della mamma può essere soggetto per vari motivi a subire cambiamenti che possono portare compressioni anomale e asimmetriche al futuro neonato ancora prima di venire alla luce.

Nella fase del parto e durante il travaglio, le ossa del cranio sono sottoposte a diverse tensioni; il bimbo viene spinto contro il canale vaginale dall’utero, durante questa importante fase il neonato deve riposizionarsi e ruotarsi sul proprio asse mentre viene compresso tra le ossa pelviche, per poi procedere alla fase di espulsione. Il cranio del neonato soggetto a queste varie spinte e compressioni si modella in maniera di affrontare nel modo migliore il parto.

Particolari situazioni durante il parto  quali: travaglio lungo, parto cesareo, parto gemellare, parto podalico ecc.. possono mettere a rischio il neonato di alcuni disturbi somatici (es: occhio più chiuso da un lato, naso più chiuso o molto frequente cranio allungato).

Per esempio durante il parto cesareo, si possono riscontrare problemi; vi è una notevole pressione all’interno della pancia ed una quasi nulla nell’ambiente esterno. Il neonato, durante il passaggio diretto dall’ambiente fetale al mondo esterno è sottoposto ad una difficoltà di adattamento alle nuove pressioni.

Sia nel caso di parto naturale che cesareo se l’adattamento fisiologico del cranio del neonato non avviene, l’osteopata agisce per riequilibrarlo, eliminando le varie disfunzioni ed evitando che queste possano poi manifestare in futuro.

Tra i vari disturbi che possiamo trovare abbiamo:

  • dismetrie e dimorfismi agli arti inferiori (ginocchia vare/valghe o alterazioni arco plantare,) scoliosi, sono eventuali evoluzioni durante la crescita di problematiche posturali dovute ad alterazioni del sistema muscolo-scheletrico
  • coliche, disturbi del sonno, suzione difficoltosa, rigurgiti, irritabilità che possono essere imputati ad una tensione o compressione delle suture o dei tessuti membranosi.
  • sinusite, faringiti, difficoltà a respiratoria, che possono essere legate ad un alterazione del movimento delle ossa del cranio, alterazione del palato (problematiche dell’ATM) o di una scorretta mobilità del diaframma toracico.
  • torcicollo miogeno e plagiocefalie (assimetrie craniali) se trattati con una buona tempestività dall’osteopata, possono prevenire evoluzione di diverse disfunzioni che possono sfociare in problematiche occlusali e visive terminando in scoliosi funzionali e strutturate.

Il Trattamento osteopatico  vanta di varie tecniche ma sempre di tipo manuale, dolce e non invasivo. L’osteopata attraverso manovre dolcissime controlla il ritmo cranio-sacrale riequilibrando se necessario. Spesso il neonato piange durante il trattamento, libera le proprie emozioni ma le tecniche sono indolore.

Importante che l’osteopata dopo un attenta osservazione imposti il trattamento cercando di togliere  o alleviare tensioni alla colonna o in altri tessuti (trovati in disfunzione) con l’obbiettivo di ripristinare l’integrità strutturale e la continuità dei fluidi. Solo in quel momento il corpo potrà mettere in atto il suo processo di autoguarigione, ricordando sempre che l’osteopatia tratta il paziente e non la malattia.

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